ISPRA, l'Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Ministero dell'Ambiente, ha pubblicato "L'Inventario nazionale delle emissioni 1990–2016 e le proiezioni di gas serra al 2030", come previsto dagli Accordi di Parigi.

L'Inventario analizza soprattutto le emissioni di anidride carbonica (CO2), principale "gas serra" e responsabile più di altri delle alterazioni climatiche in atto (81,9%), ma considera anche altri inquinanti: metano, ossido di azoto, idrofluorocarburi.

I diversi accordi internazionali e la strategia europea di attuazione attribuiscono all'Italia l'obiettivo di ridurre i gas serra del 20% rispetto alle emissioni del 1990, entro il 2020.

E le notizie sono buone!

Le emissioni totali di gas serra sono diminuite in Italia del 17,5% dal 1990 al 2016, passando da 518 a 428 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente. Una buona notizia quindi, che sembra rendere l'obiettivo del 20% raggiungibile nei prossimi anni con facilità. Diminuisce molto l'emissione di CO2 (-20,4%), meno quella di metano (-11,1%), e molto di ossido di azoto (-32,1%).

I dati per singoli settori economici e su base annua sono, tuttavia, altalenanti. Si registrano riduzioni importanti nella produzione di energia elettrica (grazie a fonti rinnovabili e riduzione di carbone e petrolio) ma aumenti nel settore complessivo dei trasporti e riduzioni modeste nei consumi finali domestici. Anche il settore della produzione industriale presenta buoni risultati (-20%), e così anche il settore agricolo, in cui si registra una riduzione soprattutto di gas metano.

Un dato certamente interessante è il disaccoppiamento tra la crescita economica e le emissioni di gas serra, sconfessando un teorema classico e mostrano una netta tendenza alla crescita verde: infatti, le stime mostrano che in Italia, a fronte di un incremento del PIL pari a 1,5%, le emissioni sul 2017 diminuiscono del 0,3%.

Il traguardo fissato dalle politiche UE e dalla COP21 è dunque alla portata ma andranno rafforzate le politiche di sostegno alla conversione energetica nell'attuale fase di ripresa economica tramite investimenti ed innovazione nei settori con tassi di miglioramento ancora lenti: trasporti e – certamente – l’edilizia pubblica. Il progetto DREEAM c’è!